Un restauro che non si vede
Un restauro che non si vede
Il maso Curio è la più antica testimonianza di architettura agricola - patronale di tutta la val Rendena.
Parte in muratura e parte in legno, il maso con le sue stalle, il suo porticato, le sue gigantesche colonne di larice, il tetto di scandole, il "casetto" del latte e la "casera" dei formaggi, sorge nel punto più panoramico dell'omonima piana.
Deve il suo nome alla parola latino - barbarica " Curium " (o Kurium) che significa "il luogo del signore".
Qui, più che altrove, pietre e legni raccontano un processo millenario nel quale l'uomo, impiegando tutte le sue risorse intellettuali e fisiche, ha cercato di sopravvivere in condizioni durissime (freddi e lunghi inverni, inondazioni, incendi, frane, valanghe, carestie, pestilenze...) usando, senza sprechi, le poverissime e limitate risorse che l'ambiente offriva.
L'intervento di restauro intrapreso nel 2011 ha cercato soltanto di rendere più eloquente il racconto ...
"(...) Il tassello sul quale si fissa il tuo sguardo illuminato fu tagliato in uno strato del tronco che crebbe in un anno di siccità: vedi come si dispongono le fibre? Qui si scorge un nodo appena accennato: una gemma tentò di spuntare in un giorno di primavera precoce, ma la brina della notte l'obbligò a desistere (...) Ecco un poro più grosso: forse è stato il nido di una larva; non d'un tarlo, perché appena nato avrebbe continuato a scavare, ma d'un bruco che rosicchiò le foglie e fu la causa per cui l'albero fu scelto per essere abbattuto... Questo margine fu inciso (...) con la sgorbia perché aderisse al quadrato vicino, più sporgente... La quantità di cose che si potevano leggere in un pezzetto di legno liscio e vuoto sommergeva Kublai; già Polo era venuto a parlare dei boschi d'ebano, delle zattere di tronchi che discendono i fiumi, degli approdi, delle donne alle finestre...".
Italo Calvino “Le città invisibili”